Saltuburn: etica ed estetica dell’ossessione

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Saltburn

di Matteo Cantarella

Emerald Fennell aveva già dimostrato di meritare un posto tra lǝ registǝ più promettenti degli ultimi anni con Promising young womanun debutto potente che da subito marca uno stile peculiare e personale. Così il suo secondo lavoro, Saltburn, presentato in anteprima alla festa del cinema di Roma, riconferma -superando anche per certi aspetti – uno stile che fa della tensione e dell’ analisi psicologica dei personaggi, i suoi tratti distintivi.

Oliver Quick (Barry Keoghan) è un giovane studente che frequenta finalmente il college dei suoi sogni, peccato che sia non troppo ricco, non troppo bello e non troppo intelligente. Riesce però ad entrare nelle grazie di Felix Catton (Jacob Elordi) punta di diamante dell’intero college e di cui tutti si infatuano, Oliver incluso. Le premesse alla Call me by your name che ci lasciano assaporare una frizzante e sbarazzina storia d’amore, lentamente cedono il passo ad un dramma che si sporca di menzogne, giochi di potere, odio e vendetta, in fondo tutte “seconde facce” dell’amore stesso. Una volta trasferiti tutti a Saltburn, residenza dove abita la famiglia di Felix, i personaggi iniziano a giocare muovendo le proprie pedine, a volte saranno cacciatori e a volte saranno prede.

La cura dei dettagli, la minuziosa e complessa -a volte ampollosa- costruzione delle inquadrature rendono l’esperienza da spettatore una goduria per gli occhi. La fotografia gioca con colori forti, accesi, con contrasti di luce netti e a tratti inquietanti, riproponendo visivamente la dualità e l’ambiguità che i personaggi portano con se. Dietro infatti la simmetria, l’eleganza, le innumerevoli inquadrature con gli specchi, si nasconde un vortice distruttivo pronto a perdere il controllo, vortice che fa della sua benzina l’ossessione. Oliver che inizialmente è un povero studente vagabondo alla ricerca del proprio futuro, si scoprirà essere un vero burattinaio, ossessionato dallo status quo. Entra in un ecosistema che vuole rompere dall’interno per farne il suo nuovo regno ma la realtà è che quel mondo è già rotto. La famiglia di Felix è mascherata, nascosta dietro lustrini, opulenza e bugie, e disperatamente cerca di tenere incollato un sistema che inevitabilmente è destinato a cadere. In quest’ottica quello che fa Oliver è solo accelerare i tempi. Il personaggio di Keoghan si scopre piano piano, svela le sue carte con cautela. Non sappiamo quali siano le sue vere intenzioni pertanto giustifichiamo le sue azioni in un amore malato e possessivo per l’amico. E forse l’amico lo amava davvero, ma non per quello che era, ma per quello che rappresentava. È vero che il colpo di scena finale, almeno per me, era abbastanza prevedibile, è vero anche che tutta l’ossessione e la perversione che nascono in Oliver non hanno ragion d’essere se non per se stessi, ma rimane un personaggio vivo, spaventoso, e per questo affascinante. Barry Keoghan è ad una delle sue migliori prove attoriali mettendo a disposizione del pubblico tutto se stesso (davvero tutto).  Uno ad uno i membri della famiglia cadranno tutti, echi di dei imperfetti che non hanno più spazio in questo mondo, e così Saltburn si concede al nuovo proprietario, non davvero molto diverso da chi lo ha preceduto, ma sicuramente più scaltro, più malato e disposto a spingersi oltre ogni limite. Perché è così che il titolo del film acquista un senso, un film che in realtà non parla di persone ma parla di luoghi, di mondi, di arene dove solo la bestia  più feroce riesce a vincere, dove chi è disposto a sacrificare se stesso e gli altri può permettersi di governare.

 L’ossessione torna come nel precedente Promising young woman che ad un’ attenta analisi non è davvero così distante da Saltburn. Il nuovo progetto della regista infatti risulta coerente per stile e tematiche. Ma se in Promising young woman l’ossessione che ha la protagonista nel vendicare la sua amica nasce da una ferita personale che porta avanti una battaglia invece condivisa da tutta una comunità, qui l’ossessione nasce da se stessa, dalla malattia e dalla convinzione che se non abbiamo tutto quello che vogliamo per “diritto di nascita”, allora ce lo possiamo prendere, a qualunque costo.

Saltburn è disponibile su Amazon Prime video dal 22 dicembre ed ha ottenuto due canidature ai Golden Globes 2024

Tags: Amazon prime video, Barry Keoghan, Emerald Fennel, Golden Globes, Jacob Elordi, Saltburn

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