di Beatrice Mele
Raw, una cruda verità è il penultimo lungometraggio, datato 2016, della regista francese Julia Ducournau. Il film è stato molto chiacchierato per la sua unicità sia dal punto di vista tematico che per quanto riguarda l’aspetto visivo. Raw ha ricevuto diverse candidature in varie categorie durante la cerimonia dei Premi César del 2016-2017. La regista viene inoltre riconosciuta per il suo ultimo film Titate del 2021.
1.trama
Il film inizia in media res: un incidente d’auto causato volontariamente da un pedone, pone le basi per la narrazione, aprendo una lunga parentesi e dando il LA in maniera magistrale al film. Tutto è reso ancora più sconvolgente dal gesto di quel pedone che dopo essersi ripreso dall’impatto dell’incidente, si incammina verso il conducente dell’auto ora mai distrutta.
La vicenda si costruisce in maniera lenta e graduale, come se si volesse raccontare la storia dal principio, dopo la scena iniziale. In seguito ci vengono presentati i personaggi. Justine è la seconda figlia di una stimata famiglia di veterinari.
Proprio come sua sorella maggiore e i suoi genitori, la nostra protagonista, è intenzionata ad intraprendere questa carriera. Un’altra cosa che unisce questa famiglia è il fatto che tutti i membri di quest’ultima seguono un’alimentazione vegetariana.
Questa specifica scelta alimentare è cruciale e si palesa subito nel film. La famiglia infatti sta accompagnando Justine all’università e si fermano in una locanda per pranzare. Per errore Justine è quasi sul punto di ingerire una polpetta di carne, quando la madre le intima di non mangiarla e subito corre a fare reclamo.
2. le metamorfosi: dalla crescita al cannibalismo.
Raw racconta di molte cose che tra loro, a tratti in modo assurdi, hanno un collegamento. Una delle tematiche principali e più forvianti è la crescita; è possibile in questo senso far aderire questo film alla categoria del “coming-of-age story” . La crescita è un percorso di acquisizione di indipendenza.
Justine si distacca dai genitori per la prima volta, dovrà soggiornare e ambientarsi in un luogo nuovo, parte del mondo degli adulti ovvero l’ambiente universitario, dovrà costruirsi le proprie idee e fare nuove esperienze basandosi solo sul suo giudizio.
Ciò a cui assistiamo è un processo di integrazione in un nuovo mondo. L’ambiente universitario si presenta di base come brutale e basato sul rispetto di una certa gerarchia il cui scopo è quello di insegnare e sottomettere, attraverso numerose iniziazioni, a tratti umilianti, le matricole.
In ambito personale per Justine crescere è anche cambiare modo di essere e modo di porsi. La sorella maggiore, in questo senso la spinge ad indossare abiti più femminili, a non atteggiarsi da ragazzina; le presta dei vestiti delle scarpe e la costringe anche a farsi la ceretta.
3. l’importanza dei corpi: il body horror.
Se siete deboli di stomaco questo film potrebbe non essere giusto per voi. Le scene visivamente disturbanti sono tante. Una dei primi episodi fa riferimento ad uno dei primi riti d’iniziazione a cui tutte le matricole devono partecipare.
Dopo essere stati ricoperti da sangue animale, gli studenti del primo anno devono ingerire un pezzo di interiora di animale per completare così il primo rito. Justine in un primo momento si rifiuta ma poi, costretta dalla sorella, Alexia, ingerisce il pezzo di carne. Questo gesto avrà delle conseguenze irreversibili nel corpo e nella mente della protagonista.
Justine ha una reazione allergica ed è proprio a questo punto che inizia la trasformazione. Il corpo inizia ad avere delle reazioni cutanee anormali che portano la protagonista a grattarsi ossessivamente così tanto staccarsi al pelle.
Questa irriducibile fame si dirama in altri aspetti della vita di Justine, ovvero in ambito sessuale. Il risveglio circa la necessità di assumere carne in maniera costante, va di pari passo con il risveglio sessuale della protagonista, che diventa molto presto intima con un suo compagno di università. Questi momenti di intimità sono per lei uno sfogo ma sono anche molto pericolosi in quanto, c’è sempre la possibilità di perdere il controllo.
4.una carnale sorellanza.
Abbiamo parlato di come la protagonista subisce un cambiamento fisico e psichico. Justine dopo aver assaggiato la carne, ne diventa dipendente. Inizia a provare una fame incontrollabile che non può essere fermata da carne animale. Questa spietata necessità, verrà placata soltanto quando, Justine, dopo aver per errore tagliato il dito di Alexia, si ciberà di quello stesso arto sotto gli occhi disperati della sorella.
Questo avvenimento non divide le due sorelle, al contrario, le unisce e le rende complici in quando scopriamo, che la stessa sorella maggiore, Alexia ha gli stessi bisogni alimentari. Questo evento permette a Justine di vivere in maniera diversa la sua situazione e le permette anche di integrarsi meglio sotto l’attento sguardo di Alexia, che cerca di non farle perdere il controllo.
La loro complicità si denota dal modo in cui l’una caccia per l’altra e nel modo in cui si dedicano costantemente a coprirsi le spalle e a curarsi anche fisicamente, senza quasi mai giudicarsi.
5. il finale
La storia è destinata ad avere un esito catastrofico. Il controllo che Alexia prova ad esercitare su Justine è di fatto assente. Durante una delle una delle ultime notti brave che gli studenti organizzano, la fame di Justine prende il sopravvento e si ciba con la gamba del ragazzo con cui è andata a letto.
Tutto questo (anche se noi spettatori non lo vediamo) è accaduto alla presenza della sorella; solo alla fine Justine, ora mai cosciente il mattino seguente è disperata dall’omicidio commesso. Il film termina con Alexia e Justine che si incontrano dopo che la prima, è stata incarcerata per omicidio. Ancora una volta Alexia ha provato a riparare gli errori della sorella più giovane.
Ciò che però riesce ad offrire allo spettatore un quadro generale di ciò che abbiamo visto, è la conversazione che Justine ha negli ultimi minuti della pellicola con il padre. Ciò a cui assistiamo è la crescente capitolazione della fiducia di Justine nei confronti dei suoi genitori quando con un gesto naturale il padre si sbottona la camicia, e mostra alla figlia tutta una serie di cicatrici che ha dal collo fino al pancia.
Con la frase finale, “io e tua madre non siamo riusciti a trovare una soluzione ma so che tu la troverai”, ciò a cui assistiamo è la rivelazione sconvolgente di come questo morbo sia stata a lungo celato, custodito e accettato dai genitori.
Si tratta di una scena molto potente la cui importanza non risiede soltanto nel gesto di mostrare ciò che non si vedeva ma anche l’uso delle parole e le capacità attoriale la rendono una scena molto profonda.
6.la regia di Julia Docournau
La regista gioca molto con la fotografia e la regia delle immagini che propone, dando loro un significato simbolico molto preciso. Le matricole devono svolgere queste prove di iniziazione. Il primo rito prevede che gli studenti vengano risvegliati di notte dai propri letti e costretti a dirigersi verso un altro punto del campus per continuare questa prima fase di iniziazione.
L’immagine mentale che emerge quando osserviamo questa parte di film, è il movimento migratorio che fanno gli animali prima di essere introdotti al macello.
Questa immedesimazione con gli animali in quanto loro veterinari, è interessante. L’analisi dei corpi è costantemente accompagnata dall’analisi dei corpi degli animali. Questo durante tutto il film, gli studenti matricole sono costretti ad una serie di umiliazioni proprio come parallelamente gli animali lo sono quasi sempre, negli ambienti da laboratorio, in quanto considerati sacrificabili dall’uomo.
7. un film anti specista
In diverse interviste la regista ha chiarito quale dovesse essere lo scopo del film. L’idea era quella di sentirsi sazi proprio come dopo un buon pasto (full after a good meal).
Ciò significa, sentirsi sazio proprio come dopo un processo di assimilazione consapevole, quindi essendo consci di che cosa si sta assumendo (in questo caso guardando) e ascoltando le reazioni del corpo. Se i feedback ripropongono nel complesso un sentimento di disgusto, sconcerto e incredulità, il significato del film è stato compreso.
In questo senso è importante cosa suscita allo spettatore il cannibalismo. La Docournau associa volontariamente la carne umana al consumo di carne assunta dalle persone onnivore facendo così di Raw un film anti specista. L’anti specismo è la filosofia che sostiene con pari dignità e meritevoli di vivere gli animali tanto quando gli esseri umani. La pellicola per questa ragione, risulta molto potente e le regala l’appellativo di capolavoro!
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