Il fenomeno Barbie: cinema e moda si incontrano tra rosa e Chanel

folder_openCinema e Moda, Oscar 2024

Questa sera si terranno finalmente gli Oscar, e tra i film candidati, uno in particolare è ancora sotto i riflettori: Barbie. Diretto da Greta Gerwig, il film vanta di otto candidature agli Oscar, tra cui Migliori Costumi, di cui è anche il favorito per la vittoria (anche il mio favorito).

Dopo mesi dall’uscita, Barbie ancora fa parlare, soprattutto i costumi, che hanno reso la bambola della Mattel indimenticabile, e le Barbie di Greta Gerwig speciali, indipendenti, uniche.

La costumista Jacqueline Durran è riuscita perfettamente a rendere omaggio alle bambole degli anni Ottanta, tra abiti vintage, rosa e Chanel, riuscendo a scavare nel profondo dei personaggi attraverso tutti i costumi che ha realizzato e scelto.

Chi è davvero Barbie

Quando Barbie è stata introdotta nel 1959, la società occidentale stava vivendo un momento di cambiamento sociale e culturale, con le prime ondate del movimento femminista che iniziavano a emergere. In questo contesto, Barbie rappresentava una donna moderna e indipendente, in grado di assumere ruoli professionali e di perseguire i propri interessi e passioni.

Ruoli come medico, pilota, astronauta, avvocato e altri ancora, reputati da sempre come ruoli maschili, entrano nel mondo femminile grazie ad una bambola, rompendo gli stereotipi di genere e dimostrando che le donne possono perseguire qualsiasi carriera desiderino.

Questo film riesce perfettamente a ricreare questa magia, in cui ogni personaggio è ben definito nel suo ruolo e nella sua persona.

Chi è davvero Barbie? Barbie è chiunque e nessuno. È quella persona che riesce a ridefinirsi in un mondo in cui i confini dell’espressione delle diversità sembrano, ancora ad oggi, troppo rigidi. E in questo, il personaggio di Margot Robbie riesce perfettamente ad emergere. Barbie Stereotipo compie un viaggio alla scoperta e crescita di sé. E lo fa grazie agli abiti.

Barbie Stereotipo: fingere di essere sé stessi.

La crescita che Barbie avrebbe compiuto nel film viene sottolineata sin da subito: dal paragone tra i tacchi e le Birkenstock.

Kate McKinnon nei panni di Barbie stramba
Kate McKinnon nei panni di Barbie stramba

Sappiamo benissimo che alla fine del film, Barbie, diventando umana, indosserà i sandali di sughero rosa, con i quali potrà camminare nel suo nuovo futuro. Un futuro che lei ha scelto di indossare.

Quest’evoluzione è però ben visibile in una scena in particolare. Quando le Barbies decidono di riconquistare Barbieland e le loro posizioni, Barbie Stereotipo va da Ken fingendo di voler essere la sua ragazza.

Qui i costumi si caricano di significato. Ken (Ryan Gosling) in total denim, con i boxer con la scritta Ken, esce dalla casa dell’amata di cui si è appropriato, mostrando la sua staticità, la sua fermezza nel ruolo che ha acquisito.

Ryan Gosling nei panni di Ken in Barbie
Ryan Gosling nei panni di Ken in Barbie

Barbie, invece, per la prima volta la vediamo vestire Chanel. O meglio: durante tutto il film Margot Robbie o indossa Chanel o i costumi realizzati da Jacqueline Durran. Qui però, è la prima volta che vediamo il logo di Chanel in modo esplicito: nella borsa e nella collana. Questo succede perché la protagonista è ormai cambiata, ha capito chi è la vera sé stessa, ma in quel momento doveva conquistare Ken fingendo di essere la “vecchia bambola stereotipo”. Per questo finge di essere ciò che ormai non è più e lo fa rendendo perfettamente visibile il logo del brand. Diventa la maschera di sé stessa. Se è visibile allora è vero. Se è Chanel allora è Barbie Stereotipo. Riuscirà, infatti, a manipolare Ken e riuscire nel suo intento.

Margot Robbie in Chanel, Barbie
Margot Robbie in Chanel, Barbie

Il potere dei vestiti

Le bambole della Mattel sono ancora ad oggi oggetto di discussione. Femminismo, stereotipi di genere, canoni troppo rigidi da seguire sono alcuni tra i temi che le rendono piene di doppi standard. Se da un lato, da alcuni viene considerata un’antifemminista per il suo aspetto magro, alto, biondo e bianco, dall’altro molte persone considerano la bambola una testimonianza di pari opportunità per le donne. Però Barbie ci insegna una cosa fondamentale: la libertà di scelta. Scegliere chi vogliamo essere ci permette di scegliere chi possiamo diventare. E come lo hanno fatto bambine e bambini dal 1959 ad oggi? Sognando di poter essere Barbie, in qualunque ruolo, solo grazie al potere di vestirla.

 

Si aggiudicherà il premio Migliori Costumi questa sera? Magari vedremo nella vita vera una nuova variante della bambola: Barbie vincitrice Oscar.

di Francesco Lasala

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